XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
L’alleanza è un dono dell’amore gratuito del Padre, fondato sulla sua assoluta libertà e suppone la nostra (Gal 3,16-22; 4,21-31). Applicando una giustizia ai primi e un’altra agli ultimi, Dio vuole prima di tutto attestare il suo amore per gli uni e per gli altri, tenendo conto delle diverse situazioni in cui ciascuno si trova.
Gesù vuol mettere in guardia i suoi connazionali dall’orgoglioso atteggiamento di chi avanza pretese nei confronti di Dio e giudica la sua bontà e la scelta operata: Dio è buono e fedele e la sua bontà, proprio perché sovrana, trova nuovi modi di affermarsi sempre di più per il bene dei chiamati.
«I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie» (prima lettura). La logica di Dio è diversa da quella degli uomini, talora, anzi, opposta ed inconciliabile con essa, comunque superiore sempre. Spesso quello che per l’uomo è guadagno, per Dio è perdita; e quello che per l’uomo sta al primo posto, per Dio viene all’ultimo. La parola di Dio, il suo giudizio comportano un radicale rovesciamento di valori: i primi sono gli ultimi (vangelo); i beati sono quelli che piangono; i veri ricchi sono quelli che abbandonano ogni cosa; chi vuoi salvare la propria vita la perde.
Dio sceglie le cose deboli e disprezzabili di questo mondo per confondere le forti e le stimabili. Non sceglie il primo ma l’ultimo, non il giusto ma il peccatore, non il sano ma l’ammalato. Fa più festa per la pecorella smarrita e ritrovata che non per le novantanove al sicuro nel chiuso. Il Dio cristiano è l’«assolutamente-Altro», l’imprevedibile. Nessuna categoria umana lo può «catturare». Egli sfugge ad ogni definizione e rivela continuamente nuovi aspetti del suo mistero.
Il regno è unicamente dono e grazia della bontà del Signore.